Quante volte quella nave, naufragata presso l’Isola del Giglio, si era avvicinata alla costa senza che succedesse niente, scansando per un pelo quello scoglio. Quante volte un muratore cammina in equlibrio su di un parapetto. Quante volte una persona si affaccia da uno stesso parapetto molto basso. Quante volte si sale su di una scala presso un balcone. E su questa via si potrebbe continuare. Così uno si abitua al pericolo, lo sottovaluta e alla fine l’incidente arriva. Il rischio rappresenta la probabilità di un incidente e deve essere tenuto sempre in considerazione.
Tutti se la prendono con il comandante il quale forse ha soltanto eseguito le istruzioni del suo l’armatore per mascherare l’incidente , prima che le cose precipitassero
Io non me la sentirei di difendere quel comandante. Ha sicuramente sbagliato portando fuori rotta la Concordia. Come tu affermi, è probabile che, prima del rovesciamento della nave, abbia tentato di mascherare l’incidente su indicazioni del proprio armatore, ma successivamente avrebbe dovuto coordinare l’evacuazione. Mi viene il dubbio che abbia invece tentato la fuga e l’operazione non gli sia riuscita.