Le elezioni tedesche di ieri, come le precedenti, confermano il no dei popoli alle politiche economiche del pareggio di bilancio senza crescita. Francesi e tedeschi si sono espressi. I greci vogliono le stesse cose, ma votano in maniera tale da renderle inattuabili. Gli italiani ragionano come tifosi e al massimo si astengono invece di votare per una svolta (Grillo non lo è) e i partiti, che questa svolta dovrebbero determinare, lo sanno e non ne preparano le condizioni: è un circolo vizioso. Mi riferisco in particolare al Pd: il risultato elettorale lo dà per scontato in anticipo e traguarda, invoca forse respinto, l’alleanza con il centro invece di offrire la propria alternativa; un centro desiderato da ex dirigenti, ma politicamente non necessario e forse non voluto dagli elettori. L’offerta politica deve invece essere semplice: centrodestra o centrosinistra, destra o sinistra. A Ceglie le cose stanno peggio: il Pd, per citare il partito di riferimento per un’alternativa, non è visibile come dovrebbe essere.
a Ceglie hanno proprio chiuso
Da notare che, oltre al mancato rilancio dell’economia, la stessa manovra di tagli e tasse non raggiunge lo scopo: il debito sale e le entrate diminuiscono. Per il primo, manca il controllo di gestione della spesa pubblica e, per le seconde, se la capacità di spesa degli italiani diminuisce le entrate calano. Un esempio è dato dai carburanti: il volume delle vendite scende più degli aumenti di prezzo e le entrate tributarie, accise e iva, scendono. Conclusione, si può uscire dalla crisi soltanto con la ripresa dell’economia. Non investono i privati, investa lo stato.