In Europa ci sono le condizioni per una svolta, in Italia meno e a Ceglie …?

Le elezioni tedesche di ieri, come le precedenti,  confermano il no dei popoli alle politiche economiche del pareggio di bilancio senza crescita. Francesi e tedeschi si sono espressi. I greci vogliono le stesse cose, ma votano in maniera tale da renderle inattuabili. Gli italiani ragionano come tifosi e al massimo si astengono invece di votare per una svolta (Grillo non lo è) e i partiti, che questa svolta dovrebbero determinare, lo sanno e non ne preparano le condizioni: è un circolo vizioso. Mi riferisco in particolare al Pd: il risultato elettorale lo dà per scontato in anticipo e traguarda, invoca forse respinto, l’alleanza con il centro invece di offrire la propria alternativa; un centro desiderato da  ex dirigenti, ma politicamente non necessario e forse non voluto dagli elettori. L’offerta politica deve invece essere semplice: centrodestra o centrosinistra, destra o sinistra. A Ceglie le cose stanno peggio: il Pd, per citare il partito di riferimento per un’alternativa, non è visibile come dovrebbe essere.

Nuovi modelli di sviluppo, meglio un sistema politico-economico diverso – Sicurezza a Ceglie

Sia il sistema capitalista che il suo antagonista, quello comunista, hanno dimostrato i loro punti deboli. Nel secolo scorso era stato trovato un compromesso che sembrava aver eliminato gli aspetti negativi di entrambi, la socialdemocrazia. Essa però fu messa in crisi dalla globalizzazione. Oggi bisognerebbe pensare a nuovi modelli di sviluppo. L’invito lo rivolge il blog Cegliesi nel Mondo (clicca). Io penso che non basti un nuovo modello di sviluppo. Occorrerebbe immaginare un nuovo sistema politico ed economico. Chi ha delle idee le manifesti, ma questo dovrebbe essere il compito della sinistra in Italia e nel mondo.                                                                                       Intanto per ritornare ai problemi quotidiani, ieri al Consiglio Comunale di Ceglie sono stati presentati tre ordini del giorno sulla sicurezza (vai a leggerli)

Maggioritario a doppio turno, tasse più alte per il 10% delle famiglie più ricche, investimenti pubblici

In Francia e Gran Bretagna un partito vince le elezioni al 2° turno pur avendo ottenuto al 1° una forza del 28-33%. La democrazia è salva, in quanto i cittadini al ballottaggio  scelgono il vincitore conferendogli la maggioranza assoluta, e la governabilità è garantita. In Italia, con i grillini scesi in campo, non possiamo aggiungere alla crisi economica l’instabilità politica. Bisogna puntare su di un sistema elettorale maggioritario a doppio turno.                                                                                                               Per quanto riguarda le tasse, non capisco perché la tassazione dei grandi patrimoni non garantisca il gettito necessario. Questo sarebbe vero se si annullassero completamente le imposte al 90% della popolazione. La proposta è invece quella della tassazione progressiva. Deve pagare di più il 10% delle famiglie che detengono il 46% degli immobili.                                                                                                                         Per quel che concerne gli investimenti, non attendiamo che i privati ne siano capaci o li trovino convenienti. Si vari un piano di investimenti pubblici da tenere fuori dal patto di stabilità.

Il messaggio delle elezioni europee: risanare i bilanci con equità e crescita – Conferma dalle elezioni italiane (1° commento)

In Francia, in Grecia e anche in Germania chi governava ha perso le elezioni. Gli elettori non hanno punito coloro che hanno causato la crisi, ma quelli che ne hanno gestito i rimedi rimanendo con il cerino acceso in mano. Il Pd stia attento!  I rimedi d’altra parte non sono stati equi. In Italia, in particolare, i tagli e le tasse sono stati caricati sui piccoli e su chi le tasse le paga perché, a dirla con Monti,  “i grandi non si sa come colpirli”. Bisogna cambiare la linea economica: rendere più graduale il necessario risanamento per consentire il rilancio dell’economia, regolamentare i mercati finanziari (oggi la borsa probabilmente calerà), tassare in maniera progressiva e scovare gli evasori. In Grecia il sorpasso della sinistra radicale sul Pasok e il contemporaneo successo neonazista (come in Germania dopo la crisi del ’29), in Francia la vittoria di Hollande, in Italia il calo dei consensi verso Monti e le continue sconfitte della Merkel parlano chiaramente.

Segnaliamo e proponiamo al Presidente del Consiglio! – Accorpamento uffici comunali

La possibilità di inviare delle segnalazioni alla Presidenza del Consiglio dei Ministri è un’opportunità da non perdere. Lo stanno già facendo in tanti. Io direi di ampliare il campo dalla segnalazione degli sprechi alle proposte per la riduzione della spesa pubblica. Il modulo si trova nella sezione contatti del sito omonimo e può essere aperto con il link che segue:  modulo segnalazioni.                                                                   Da parte mia ho proposto l’accorpamento degli uffici dei comuni vicini, lasciando in ogni paese il consiglio comunale e, per il momento, gli sportelli per il pubblico  (eventualmente aperti a giorni alterni, in attesa della diffusione di internet tra la popolazione). Immaginate, su tre comuni accorpati avremmo sicuramente una riduzione del personale di circa il 50% da riutilizzare o eliminare con il blocco del turnover.

Enti locali: tasse proprie e non “sostituti d’imposta”

Le osservazioni giuste, anche se tardive, devono essere accolte, ma rimangono le responsabilità della precedente azione di governo, come per la Lega. I comuni non possono essere esattori al posto dello Stato, ricevendo una parte minima delle tasse applicate. Un sano principio federalista, associato alla possibilità di controllo della spesa da parte dei cittadini, deve basarsi sull’imposizione autonoma, oltre naturalmente a prevedere le prerequazioni tra aree ricche e povere. Le tasse raccolte dai comuni vadano ai comuni. Quelle riscosse dallo Stato siano destinate all’amministrazione centrale. Così per le regioni. Le province è meglio toglierle.                                      Quali aliquote Imu e Irpef comunale verrano applicate a Ceglie?

 

Investimenti produttivi fuori dal patto di stabilità europeo! – A rischio un investimento per Ceglie?

Per risollevare l’economia, soprattutto in Italia, servono investimenti pubblici. Non si può vivere nella speranza che i privati trovino la convenienza a investire. Bisogna uscire dalla logica che impedisce l’intervento dello Stato nell’economia. Al momento si tengano fuori dal patto di stabilità europeo gli investimenti produttivi. Se la Germania non è disposta a farlo, l’importante è che siano d’accordo gli altri stati. Quando i tedeschi rimarranno isolati, dovranno decidere se per loro è più conveniente rimanere o uscire dall’euro. In vista di questi sviluppi, per l’Italia è importante un piano di rientro dal debito. L’operazione dovrà essere più o meno veloce in funzione della capacità di spostare il finanziamento del debito stesso dagli investitori esteri a quelli italiani. L’eventuale vittoria di Hollande tra 15 giorni – che è tutta da conquistare – potrà favorire questa svolta.

Intanto a Ceglie i consiglieri dell’opposizione di centrosinistra ritengono a rischio l’investimento “Casa Mea”, sia pure per altri motivi

Demagogia: a 15 giorni dalle elezioni, ognuno inventa qualcosa

La demagogia impera a 15 giorni dalle elezioni. Beppe Grillo fa un tour comico-politico per abbindolare le menti semplici. Ve lo immaginate mentre parla in Europa agli altri leader che cercano un biglietto per quello che credono uno spettacolo?!   Il PdL, dopo aver votato varie manovre, scopre improvvisamente che l’Imu sulla prima casa può essere una tantum. Casini lancia una confederazione liberal-democratica (*) e punta su Passera (che dichiara di non avere una grande idea per lo sviluppo), ma fa i conti senza l’oste: i seguaci di Pisanu fanno marcia indietro e Fini e Rutelli sembrano dubbiosi. Berlusconi cerca di arruolare Montezemolo che intanto non è stato capace di rilanciare la Ferrari o di comprare la Ducati, prima che venisse ceduta all’Audi. Si tratta di manovre per raccogliere voti, dietro le quali c’è il vuoto delle idee e dei programmi.       (*) termine generico, tutti siamo fondamentalmente liberaldemocratici, ma ci differenziamo sulle politiche.

Il rilancio dell’economia può essere affidato soltanto al privato?

Il Ministro per lo Sviluppo e le Infrastrutture ha detto che non esiste una grande idea per la ripresa, ma bisogna attuare tanti piccoli provvedimenti. Se ne deduce che un programma del tipo keynesiano-rooseveltiano non c’è e se le imprese non investono, non usciamo dalla recessione.  A questo punto una riflessione è d’obbligo. Il sistema economico attuale, entrato in grave crisi nel 2008, si dimostra sempre più insufficiente. A mio avviso, bisogna ripensare a un’economia mista, gestita però con efficienza. Le risorse potrebbero venire dalla Cassa Depositi e Prestiti e da un grande prestito pubblico italiano. Lo sviluppo della Cina, per fare un esempio, è assicurato da joint-venture pubblico-privato. C’è spazio perciò per un programma di centro-sinistra o meglio di sinistra, dal momento che da un recente convegno toscano (*) è emerso un orientamento favorevole in questa direzione. Si è ricordato che la sinistra italiana è storicamente composita.

(*) di una corrente del Pd, ex-Margherita

La proprietà privata è un furto, ma la funzione sociale delle imprese…?

Ci sono concetti di Marx che vengono applicati da impensabili personaggi, alcuni con coerenza, altri a metà. Einaudi sosteneva giustamente la progressività delle imposte. Monti se la prende con la proprietà privata, ma senza applicare il concetto di progressività. L’ultima: tutti gli immobili affittati senza cedolare avranno la franchigia sull’imponibile ridotta dal 15 al 5%. Il che equivale a un ulteriore aumento della tassazione che si associa a quella precedentemente decisa. Insomma chi ha ricevuto una proprietà se ne deve disfare. E’ vero che Monti ha criticato a Pechino il capitalismo, ma la piccola proprietà con esso c’entra poco. Pensi piuttosto il premier a stimolare le imprese incapaci di investire, quelle imprese che devono assolvere a una funzione sociale. Anche per questo c’è spazio per un futuro programma di centrosinistra.